The first’s firdis

Image

image

Advertisement

1 Settembre 2012 – Tiger.

Solo in un libro, si sarebbe potuto inventare
dei nostri padri
fuggiti via lontano, uno dopo l’altro.

Invece e’ cosi’ che e’ andata.
Io rassettavo le mie lacrime dentro cassetti segreti
e tu mi hai detto: non ce la faccio a tenermelo dentro, mio padre non sta bene.

E come una donna antica alla fontana,
hai tirato su e sbattuto pesanti lenzuola di lino intrise d’acqua.
Forte. Disperata.

Tutto corre via svelto, il sonno profondo
costruisce corsie a scorrimento veloce.
e la destinazione e’ cosi’ poco attraente.

ma come dicono tutti è il viaggio che conta
e lui, cara, l’ultimo suo viaggio
l’ha fatto insieme a te.

e semplicemente non ci sei piu’.

Ho preso la tua foto in mano, quella dove io sorrido alle tue spalle e tu mi fai un cenno col viso,
con il mento. Come a dire siamo complici qui.

e semplicemente mi rendo conto che non ci sei piu’, come se ogni volta aprissi un piccolo scrigno e fossi stupita di trovarlo vuoto.

Non ci sei piu’ e piu’ non ci sarai. E quel tenero modo che avevi di darmi baci non ci sarà piu’.
Cosi come quegli immensi occhi profondi. Mai piu’.

E’ inutile che guardo il cielo non ci sei tra queste nuvole.

E mamma che si ostina a cercare consolazione tra le stelle.
Non ci sei nemmeno tra quelle.

Non sei tu ad aver lasciato sola me, sono io ad aver lasciato solo te.
Ho lasciato che tu volassi via come un palloncino. Magari se avessi tenuto piu’ stretta la mano…

Magari.

Ho un ritorno di fiamma.

Sono lenta a fare il punto della situazione. Tiro le somme come fossero lunghissime lingue di cifre.

Dò una valutazione immediata ma ne riservo sempre una di scorta.

Quindi posso tranquillamente confermare

che la ragione era mia

e vostro il torto.

Il fatto che io dimentichi

non vuol dire che non ricordi.

Vostra Indecenza

Sant’Ambrogio (Giuseppe Giusti )

Riveduta, corretta e ristretta da ElleKappa

Vostra Indecenza che mi sta con l’escort,
co’ suoi laidi mezzucci da faina,
e la pulzella, ormai merce da export,
in quel di Vienna va a far la nipotina.
Or che paventa di finire al fresco
per l’harem miserando all’Olgettina,
prepara un necrologio da Caimano
per la Procura, quella di Milano.

Continue reading

Violazione.

Comunque ti svegli benissimo porti giu’ il cane, temperatura perfetta, colori perfetti. Ripensi alla sera prima, a tutta quell’acqua che non sai spiegare. In realta’ non vuoi spiegare. Sarebbe come parlare di te a degli estranei. Anzi peggio. Certe volte gli estranei sono piu’ empatici, gia’.

La felicita’ piu’ grande e’ quella di venire riconosciuti, mi consola amwora. E’ vero.
E mi trafigge un pensiero altrettanto vero. La ferita piu’ profonda e che non si rimargina mai e’ la conoscenza imposta, lo sguardo che non ti conosce per affetto ma per violazione.

Violazione.

E diventa un’alta marea cattiva, che gia’ la combinazione di parole e’ una violenza per me. Un insulto essere investiti da certezze talmente sbagliate quanto indissolubili.

Offese come grandine che scivola e si scioglie ma lascia toccati.

Quando guardi dentro un pozzo e cio’ che vedi prevalentemente e’ il buio, non puoi mica insultarlo.

Forse era meglio quando ti limitavi ad ignorarlo.

Auguri.

albero

Credo che l’augurio migliore che io possa fare a voi e a me stessa,

sia di imparare o se lo si sa gia’ fare, continuare a farlo,

a non isolare mai un singolo dolore

cosi’ come una singola felicita’

da tutto il resto di questa meravigliosa vita.

Auguri!

 

Pronto Soccorso – Oggi Titoli Non HO

Te la ricordi quell’attrice che stava dentro Fontana di Trevi con Marcello Mastroianni?

Mimo lei che muove le spalle e chiama: Marcello…. Marcello…!

e Lui mi fa: Sofia Loren?

no…

Milly Carlucci..

ehm.. no papa’..

anita-ekberg

Anita papa’ Anita Ekberg.

* * *

Non e’ poi cosi’ diversa dalla fantasia la vita.
Sono qui e poi sono la’ e cambio prospettiva e piano in un attimo.

Quindi adesso sono qui, in questo pronto soccorso mio padre non parla.

E io chiedo di dargli un po’ d’acqua. Mi dicono di aspettare.

E io aspetto. Passeremo otto ore con Patrizia un po’ qui un po’ in sala d’aspetto
parlando d’altro. Ormai siamo abituate.
Non ha nulla di serio secondo me solo febbre alta.

Cosa vogliono che ci spaventi ormai? Ha 85 anni, ha superato di tutto, una fibra di acciaio.

Ma ci dicono di aspettare per l’acqua. Poi ci fanno uscire.

Passano due ore. Nel frattempo noto questa donna sulla barella con tutta la stampella è una stranezza penso. Poi la sento parlare, non e’ italiana, no. Penso a quanto e’ bella. E la guardo e le sorrido perche’ lei dice -fanno avanti e indietro e non fanno nulla, perdono tempo. Sono due frasi da niente, ma le dice scadenzando le parole, con un modo raffinato di parlare. Rimango a pensare
E’ anziana, ha qualcosa che mi piace molto. Mi cattura.

Poi mi intrufolo dentro e torno all’attacco con l’acqua.

-Puo’ bere mio padre?
-deve aspettare il medico
-potrebbero essere ventiquattro ore che non beve..
-sta sotto flebo, stia tranquilla.
-non sto dicendo che sta morendo! sto dicendo che sta male! ha la bocca completamente arsa. e’ per questo che non parla
– Signora! se la assume lei la responsabiliota’ se poi succede qualcosa?
-ma cosa vuole che succeda per un sorso d’acqua?! e comunque si me la assumo io la responsabilita’!

Alla fine cede e mi da l’acqua.
Gli do da bere pianissimo spaventata da eventuali terribili effetti collaterali…
e mio padre nel giro di cinque minuti parla.

Parla e sorride e si riprende. E io sfrontata gli do da bere davanti al medico e gli do anche un pezzo di cioccolata.
Passa l’infermiera e sento che dice .. non sembra piu’ nemmeno lui… mentalmente la mando a quel paese..
Mentre torno ritrovo quella donna, stavolta e’ seduta in carrozzella. I capelli un po’ sciolti in disordine biondi striati di bianco. la pelle chiarissima. E’ scocciatissima ma aspetta in silenzio.
Vedo che si dirige in bagno e dico a mia sorella guarda un po’ non è che cade…? e allora la aiuta e la dirige dentro poi avvisa un’infermiera e, a quel punto lei a voce alta dice -C’è la Ekberg che ha bisogno di aiuto..”
Spalanco gli occhi… dico ecco…!

Anita Ekberg e mio padre passeranno in quel pronto soccorso, per due motivi del tutto diversi, tutta la notte e almeno meta’ del giorno successivo.
La ritrovo li alle due del giorno dopo e alla mia domanda -E’ ancora qui?? lei mi risponde -Purtroppo sssi, molto teatrale, incantevole.
Mio padre steso sulla barella perche’ la clinica convenzionata di riabilitazione dove e’ attualmente ricoverato non ha voluto mandare la barella per motivi amministrativi e perche’ io e mia sorella prese dalla stanchezza abbiamo pensato che forse era preferibile saperlo li’ che comunque era una struttura ospedaliera piuttosto che in quella clinica dove ci sono notti in cui ne muoiono anche sei o sette.
La Ekberg, poi ho letto che e’ stata trasferita al San Giovanni di Roma. Se non fossi io giuro che andrei a trovarla.

Quella notte appoggiata al muro pensavo:
-Se c’era Luisa, questa notte avrebbe scritto una storia.
Ne sono sicura. Quella donna ha una bellissima storia scritta da qualche parte.

strano

-Caricano e giù botte.

e io crollo sul volante e piango che saranno anni che non lo faccio così.

E mi sembra come se si concentrassero in quella telefonata, in quel filo diretto e nella mia mente che visualizza immagini di fuochi, l’indignazione per i vecchi dolori mai vendicati.
Genova, la rabbia.

Vorrei essere li, prendermi una manganellata al posto loro.

L’idea che siano solo ragazzi mi uccide. Mi uccide la rabbia, il dolore dell’impotenza, l’enorme energia che sento dentro e il senso di smarrimento nel non sapere cosa fare. Sento un fuoco nel petto.. penso sara’ questo l’infarto? Non è poi cosi’ doloroso.

Penso prendo e poso Sofi e corro giu’! L’istinto è questo l’istinto. L’istinto quante volte l’ho lasciato rimangiarsi.

Poi mi dice per telefono -pare si plachi certo c’è fumo certo c’è tensione. comunque vengo su, se avessi la telecamera dietro…

E allora cosi’ come era iniziato finisce.

Torno a casa accendo la televisione vedo gli scontri soliti commenti.

E poi esco, corro vado da mio padre. Altra situazione altra prima linea.

Antonio sta male, quasi rantola. Ha gli occhi aperti, fissi verso l’alto.

Chiamo con il campanello, viene un’infermiera sciatta. Mi dice si l’hanno già visto, anche i dottori. Si sta male. E va via… e allora io chiedo a mio padre e lui dice si sta male e poi a Fernando e dice non lo so cos’ha! Ma siamo tutti e tre preoccupati.. per noi non è così scontato che muoia.
Per tutti gli altri pare di si.

Mi avvicino lo chiamo, gli dico Antonio non fare scherzi… ma non reagisce.. gli accendo la radio cerco una cazzo di stazione di musica classica. C’è solo radio vaticana.. che trasmette trasmissioni del cazzo. e quel carillon di riempimento… non c’è.. non c’è una stazione che trasmetti musica classica! solo questa servirebbe a lui….

Faccio la spola tra lui e mio padre.

Poi finalmente parla, dice

Sono stanco…

Capiro’ poi che non parlava con me..

Corro da lui – Antonio…certo che sei stanco, povero… hai ragione, non hai nemmeno mangiato. Vuoi un po’ di frutta? Mi fa cenno di si. Gli do un po’ di omogeneizzato ma non riesce nemmeno ad inghiottire. Gli do una goccia d’acqua e sembra strozzarsi.. Vado dalla dottoressa.

Antonio ha qualcosa che non va.. Mi dice si lo sappiamo non deglutisce… si ma io non lo so.. perche’ non avvisate? mi dice -lei non è autorizzata…

La guardo e poi le dico si ma ora venga a controllare…
Appena lo vede si allarma, chiama l’infermiera e gli aspirano il catarro. Ora respira meglio.

Portano la cena. Imbocco mio padre.

Provo ad essere allegra con mio padre ma non è proprio serata…

Antonio parla di nuovo..Ho paura

Vado da lui lo accarezzo, gli dico che deve stare tranquillo gli metto una mano sulla fronte. Lui mi guarda un po’ incredulo. Gli chiedo di cosa ha paura.. e mi dice
sto parlando con chi non puoi vedere e indica con il dito indice in alto…

Gli dico non avere paura, tu sei un uomo buono.
Non ho nessun elemento per dirlo, pero’ l’istinto questo mi dice. Lui come sempre ammicca come dire se lo dici tu… Ed io sorrido anche in situazioni cosi’ drammatiche si puo’ ridere di gusto. Poi mi tocca la mano sulla fronte.

Antonio è un uomo molto lucido, è un uomo intelligente, molto intelligente ama la musica classica. Ha sofferto moltissimo in questo ultimo periodo.

Finalmente trovo una stazione radio che trasmette musica classica, spengo la luce centrale e accendo due luci piccole.

L’atmosfera è bella.. Nonostante tutto.

Questa notte credo di averlo sognato oppure l’ho solo pensato, non lo so.
E non so come sta oggi.

Alle 19:30 poi a casa i preparativi per la recita di natale di Sofia di oggi.